Prestiti per i dipendenti di piccole aziende
La maggior parte delle aziende in Italia sono piccole e medie aziende, spesso con meno di 15 dipendenti. In questo caso purtroppo, i lavoratori dipendenti spesso non riescono ad ottenere prestiti e finanziamenti. Questo succede anche con contratti a tempo indeterminato e con società piccole ma assolutamente solide ed in salute. Andiamo a vedere perché spesso non è possibile richiedere prestiti e come fare per aumentare le proprie possibilità.
Prestiti per dipendenti piccole aziende con meno di 15 dipendenti
I lavoratori dipendenti di piccole aziende, cioè quelle con un numero di dipendenti compreso tra le 3 e le 15 unità, spesso hanno problemi a richiedere prestiti e finanziamenti. I prestiti richiedibili da questi lavoratori sono normalmente i prestiti personali e la cessione del quinto, per i quali è necessario avere una busta paga a tempo indeterminato.
Le difficoltà sorgono a causa del ridotto numero di dipendenti dell’azienda per la quale si lavora, che spesso fa diffidare banche e finanziarie sulla solidità della società. Infatti sia con i prestiti personali che ancora di più con la cessione del quinto, quello che conta è la solidità del proprio posto di lavoro e la solvibilità del proprio datore di lavoro, che in questi casi vengono giudicate a rischio.
I requisiti minimi per ottenere il prestito
Per poter almeno provare a richiedere un prestito, i dipendenti delle piccole aziende devono almeno avere un contratto di lavoro a tempo indeterminato, un’anzianità di servizio di almeno 2 o 3 anni ed essere privi di segnalazioni ai Crif. Inoltre, l’azienda per la quale lavorano deve essere solida, in salute, avere un numero di dipendenti superiore alle 3 unità ed essere stata costituita da almeno 4-5 anni.
Questi sono i requisiti minimi ma ogni banca e finanziaria si comporta a modo suo, ed in alcuni casi i requisiti sono molto più stringenti. Per esempio è possibile che venga richiesta un’anzianità minima di 5 o 6 anni, oppure un TFR accantonato di una certa percentuale in base al prestito richiesto o che il numero di dipendenti della propria azienda sia superiore ad un certo numero.
Requisiti minimi:
- Contratto a tempo indeterminato
- Anzianità di servizio di almeno 2-3 anni
- Assenza di segnalazioni Crif
- Numero di dipendenti della propria azienda superiore a 3
- Parte del prestito coperta dal TFR
- Azienda esistente da almeno 5 anni
Cosa fare in caso di rifiuto di prestito?
Se le banche e le finanziarie vi rifiutano un prestito la prima cosa che dovete fare è quella di analizzare cosa non andava nella vostra richiesta. Una volta a conoscenza del problema sarà molto più facile intervenire e cercare di porvi rimedio.
Innanzitutto in caso vi venga bocciata una richiesta dovete aspettare almeno un mese prima di effettuarne un’altra, tempo minimo per far si che la segnalazione ai Crif venga cancellata. Per essere sicuri dovete inoltre controllare direttamente presso i Crif, ed eventualmente effettuando una richiesta personale di cancellazione.
Un’altra cosa che potete fare è quella di diminuire l’importo richiesto, infatti normalmente le banche sono molto più elastiche con le piccole richieste di prestito, ed eventualmente ridurre la durata del rimborso. Poi è possibile vincolare il proprio TFR a garanzia del prestito, aspettare di avere una maggior anzianità di servizio, offrire la firma di un garante o eventuali beni mobili o immobili a garanzia del prestito.
In conclusione, i lavoratori dipendenti di aziende con meno di 15 dipendenti spesso non riescono ad ottenere prestiti, né tramite cessione del quinto né tramite prestito personale. Per aumentare le proprie possibilità si può diminuire l’importo richiesto e la durata del prestito, controllare che la propria anzianità di servizio sia alta come quella della propria azienda e che non si abbiano problemi di segnalazioni ai Crif. Oltre a ridimensionare la propria richiesta di prestito è possibile fornire ulteriori garanzie agli istituti, come la firma di un garante, il proprio TFR o beni immobili o mobili.